E ora si ricomincia!

E ora si ricomincia!

 

Passata la fatidica data del 4 marzo sono iniziati i commenti dei vari “esperti ed analisti” politici in merito ai risultati che, per molti a sorpresa, hanno decretato il M5S come prima forza politica italiana con quasi un terzo dei voti degli italiani.

Il quadro che emerge dal voto ci lusinga ma, allo stesso tempo, evidenzia come la qualità della vita nel nostro paese stia nettamente diminuendo e gli italiani si cominciano a ricordare delle promesse mai mantenute da vecchi e nuovi politici.

Risultato: il Movimento 5 stelle è attualmente l’unica forza politica credibile.

I risultati parlano chiaro ed il lavoro da fare, sempre che il Presidente della Repubblica non punti sull’ennesimo governo tecnico scavalcando le prerogative sia della coalizione che del partito che hanno raccolto più consensi, dovrà svilupparsi su più fronti, dal taglio dei costi della politica, al problema immigrazione, dalla riforma della “buona scuola” al superamento di quella della pensione, dal reddito di cittadinanza all’incentivo per le aziende che abbracciano la blue economy.

Il nostro impegno continuerà a non essere solo quello “nella stanza dei bottoni”, ma anche e soprattutto quello tra la gente, nelle piazze, e nei piccoli comuni dove emergono i problemi reali e quotidiani e dove spesso la paura la fa da padrona a causa della di mancanza di informazione.

Proprio in queste realtà i nostri “avversari” politici hanno sempre giocato sporco, nascondendosi dietro liste civiche di facciata, incrementando la paura e promettendo illusioni.

Pensiamo ad esempio al tema dell’immigrazione da sempre cavallo di battaglia della Lega che però, negli anni in cui ha avuto la possibilità di governare, non ha saputo (o voluto?) affrontare con serietà rendendosi spesso complice di leggi inopportune.

L’opportunità di provare a trovare una soluzione a questo problema c’è stata anche al Parlamento europeo dove tutte le forze politiche italiane risultano spesso grandi assenti, come nel caso del leader del carroccio Salvini ripreso più volte dai presidenti delle commissioni di cui è membro per la sua scarsa presenza ai lavori, o mal rappresentate da personaggi che vedono questa istituzione come un ripiego o meglio come un posto in cui andare finalmente in pensione.

La strada è ancora lunga e la credibilità dei vecchi partiti vacilla sempre più e presto ne pagheranno le conseguenze anche in quelle zone da sempre “roccaforte” come appena successo ad esempio al PD in Emilia Romagna o al centro destra in Sicilia.