LA POLITICA È DEI CITTADINI

LA POLITICA È DEI CITTADINI

Con l’arrivo del nuovo anno è stata finalmente ufficializzata la data per le elezioni del Presidente della Regione Lombardia, che, in un ben accetto slancio di parsimonia, coinciderà con quelle nazionali, il 4 marzo.
Prepariamoci al valzer dei cartelloni pubblicitari, con faccioni sorridenti e rassicuranti ed alle tante promesse elettorali, dalle più realistiche a quelle più fantasiose, sia in campo economico che lavorativo.
Prepariamoci anche a sfiancanti dibattiti televisivi tra finzione e realtà.
Al MoVimento, in questo triste spaccato di vecchia politica, spetta il ruolo di disilludere gli elettori: il MoVimento non fa promesse che non può mantenere ma, piuttosto, s’impegna a garantire la correttezza dei portavoce, a rispettare la riduzione degli stipendi e il ricambio generazionale (dopo due mandati a qualunque livello la carriera politica di un esponente pentastellato si conclude).
Il MoVimento è controcorrente perchè la politica non è uno strumento creato da inarrivabili personaggi, a volte figure mitologiche, che siedono in Parlamento.
La politica è la quotidianità di tutti i cittadini che partecipano e contribuiscono alla vita della comunità.
Il MoVimento chiede ai cittadini di essere attivi e chiama attivisti coloro che partecipano concretamente alle decisioni, alle scelte e alle proposte.
I cittadini eletti in qualsiasi organismo statale sono definiti Portavoce perchè gli attivisti che vengono eletti hanno il compito fondamentale di ascoltare e riportare le decisioni prese da chi vuole contribuire al cambiamento.
Sembra impossibile da credere, ma ciascun cittadino ha potenzialmente un potere fondamentale nelle proprie mani, ossia quello di informarsi ed esprimere una propria opinione in merito alle scelte della sua comunità.
Ormai il pensiero comune è che le leggi, le norme e i regolamenti vengano stabiliti dai pochi rappresentanti “politici” seduti sulle loro poltrone dorate.
Se pensiamo alla realtà dei Comuni, i politici dovrebbero riferire alla cittadinanza durante i consigli comunali, che invece diventano tribune elettorali in cui “affrontarsi” in attesa della prossima tornata elettorale.
Da qui l’ovvio disinteresse alla politica che porta a una domanda:
Che sia una bassa strategia per garantire a pochi di manovrare liberamente nella “stanza dei bottoni”?

Candidato presidente della Regione Lombardia Dario Violi